Polizia penitenziaria, è strage: suicidi-choc due agenti in poche ore
Frongia (Lisiapp): "È ormai arrivato il momento di attirare l’attenzione della società su questa situazione insostenibile”
"Di dolore e sgomento in queste ore ne abbiamo già espresso ma questa volta entra in noi la rabbia" e quanto afferma Luca Frongia Segretario generale aggiunto del LISIAPP Libero Sindacato Appartenenti Polizia penitenziaria alla prime notizie dell'ennesimo suicidio di un collega ad Augusta dopo quello della notte scorsa a Vasto.
Nelle prime luci dell'alba di oggi si è tolto la vita un uomo di 48 anni, un assistente capo della polizia penitenziaria in servizio presso la Casa circondariale di Vasto (Chieti). L'uomo si è tolto la vita sparandosi un colpo con la pistola d'ordinanza mentre era nella camera della caserma della struttura penitenziaria. A poche ore di distanza, un secondo agente in servizio al carcere di Augusta (Siracusa) si è suicidato nella sua abitazione, sempre con la pistola d'ordinanza. "E' una strage silenziosa" afferma Frongia - Sui suicidi degli appartenenti alla polizia penitenziaria - sottolinea il sindacalista - non esistono molti studi, ma proprio per questo sollecitiamo come già abbiamo fatto in passato il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e il ministro della Giustizia a prendere iniziativi utili a scongiurare gesti estremi. Una delle iniziative potrebbero essere i centri di ascolto tanto sbandierati dal Dap ma mai attivati. Si possono alleviare i disagi afferma il numero due del Lisiapp predisponendo una maggiore formazione professionale, un'organizzazione del lavoro che preveda più tempo libero per restare a casa con la propria famiglia, e un trattamento salariale differenziato fra chi fa un lavoro di tipo amministrativo e chi opera nelle carceri altrimenti i più deboli da un punto di vista psicologico finiscono per crollare. Poi esiste la questione della mobilità bloccata da decenni «E quindi sono tanti i meridionali spediti al Nord senza alcuna possibilità di ricongiungersi alle famiglie. Sono persone che hanno difficoltà ad integrarsi, trascorrono le loro serate a guardare la tv in caserma perché non possono permettersi l'affitto di una casa, e si sottopongono a turni massacranti per mettere insieme ogni mese i tre-quattro giorni necessari per riabbracciare la famiglia. «Infine, se le condizioni rimarranno tali - ricalca il segretario Frongia - non esiteremo, come del resto abbiamo fatto sempre in queste mesi, ad accendere i riflettori su tutto quello che non và compreso i disagi dei poliziotti denunciando tutto e coinvolgendo politici piu impegnati e sensibili alle nostre problematiche, perché non tutti mantengono le promesse dalle istituzioni ai politici. Da oggi conclude Frongia faremo nomi e cognomi dei responsabili delle istituzioni che ci sosterranno e ci staranno al fianco, per intanto non ci resta che stare vicini alla famiglia dei due poveri colleghi."
Nessun commento:
Posta un commento