Condannato a 14 anni il generale Ganzer dei ROS
Condanna pesante per il comandante dei Ros Giampaolo Ganzer il quale, tra le altre cose, era stato tirato in ballo per un carico di kalashnikov e droga sbarcato a Ravenna a inizio anni ’90. Per il generale, il processo in primo grado a Milano è finito con 14 anni di reclusione per avere guidato “un gruppo dedito alla commissione di una serie indeterminata di illecite importazioni, detenzioni e cessioni di ingenti quantitativi di droga”. Per quella che è stata definita come una “banda in divisa”, Ganzer dovrà pagare anche 65 mila euro di multa euro.
L’ufficiale, che da trent’anni è uomo dell’Arma e delle istituzioni, che ha indagato contro il terrorismo e contro il crimine organizzato, a un certo punto della sua professione, per “carriera, visibilità, prestigio”, avrebbe forzato le norme della legge, trasformando la caccia ai narcos in una partita dove tutto era lecito e dove in nome del risultato si potevano importare, raffinare, vendere chili e chili di droga, destinati a perdersi nel mercato sotterraneo gestito dai clan.
Altri 7 anni e 10 mesi sono stati invece inflitti ad un secondo generale, Mauro Obinu, anche lui ai vertici dei Ros prima di entrare nell’Aise. E condanne non meno pesanti sono andate ad altri 11 tra ex ufficiali e attuali ufficiali dell’Arma, condannati a pene da un anno e mezzo fino a 18 anni, pena inflitta a Bouchaaya, il cosiddetto “confidente trafficante”.
Quattro sono invece le assoluzioni concesse a tre presunti trafficanti e ad un carabinieri. Dopo quasi cinque anni di processo, 12 udienze di requisitoria e anni di indagini e di trasferimenti del fascicolo per mezza Italia, arriva dunque al termine uno dei procedimenti tra i più delicati degli ultimi tempi. Un procedimento nato a Brescia, poi trasferito per competenza a Milano, da qui spostato a Bologna (a causa dell’episodio ravennate) e alla fine, per decisione della Cassazione, approdato definitivamente a Milano nel 2001, quando ormai i termini erano scaduti e bisognava stringere il cerchio velocemente. Ed è proprio la prescrizione ad avere limato le condanne per molti degli imputati, Ganzer compreso, e avere fatto tirare una riga, ad esempio, su un brutto episodio di cessione di armi. Un carico della nave Bisanzio giunta Ravenna da Beirut nel dicembre 1993 che, oltre a migliaia di chili di stupefacente, contava 119 kalashnikov, due lanciamissili, quattro missili e numerose munizioni, ceduti nel maggio 1994 ad alcuni ’ndranghetisti poi immeditamente arrestati, senza però che si ritrovassero i soldi pagati.
Nessun commento:
Posta un commento