I servizi segreti vanno online e preparano
il reclutamento: «Abbiamo bisogno di voi»
Il direttore del Dis Massolo presenta la nuova iniziativa: «La comunicazione è fondamentale, contribuiamo tutti»
TUTTI CONTRIBUISCONO ALLA SICUREZZA - «Ho sempre pensato che servizi segreti e comunicazione non sia un ossimoro. Quindi non potevamo non essere online, con una presenza qualificata, per rispondere al dovere morale di far sapere al cittadino come la sicurezza nazionale non sia un concetto astratto. Ma qualcosa che riguarda tutti noi. E a cui dobbiamo contribuire», ha spiegato, prendendo ad esempio un marinaio di una portaerei che trova un bullone sul ponte di lancio. «Può buttarlo in mare, per non avere grane. O alzare il braccio e garantire la sicurezza di tutti: a questo vogliamo tendere».
«LAVORA CON NOI» - «L’Italia è il tuo Paese» sottolinea una voce di donna nel filmato del sito che illustra l’attività di quanti lavorano nel silenzio per garantire la sicurezza. Rinnovato nella grafica, accessibile da tablet e smartphone, il sito è accattivante per la generazione 2.0. A lei è rivolta la sezione «Lavora con noi» che, dal 1 luglio, accetterà curriculum alla ricerca di professionalità adeguate alle sfide dei nostri tempi. «I più ricercate sono gli analisti di economia finanziaria, gli esperti di cibernetica e informatica e gli economisti energetici» evidenzia Massolo che ha già impresso ai servizi una svolta in questa direzione. Puntando molto sulla Scuola di formazione interna e su collaborazioni con l’università: due master sono nati alla Sapienza di Roma. «Comunicare il silenzio non è semplice» ammette il responsabile delle comunicazioni Paolo Scotto, artefice della rivoluzione del sito, ora interattivo e mirato spazzare via per sempre dalla nostra intelligence il sospetto di «opacità».
SICUREZZA È LIBERTÀ - Ma il risultato è stato lodato anche dal sottosegretario con delega ai servizi, Marco Minniti: «È giusto che Paese sappia che non siamo un Paese di gattini ciechi. Ma interlocutori seri nel mondo dell'intelligence internazionale dove conti per quello che sai. Si è rotta idea che l'intelligence sia un mondo opaco. Noi faremo un road show in tutte le università italiane. Abbiamo bisogno di maggiore conoscenza su aspetti scientifici e lingue di tutto il mondo». Perché, conclude, «sicurezza è libertà».
IL DATAGATE? NON DA NOI - A margine, interpellato sul Datagate, il direttore del Dis ha rassicurato: «In Italia non potrebbe accadere allo stesso modo, perché il nostro ordinamento giuridico è più spostato verso le garanzie individuali».
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