CHI E’ MARIO MORI
Mario Mori è stato un
generale dei Carabinieri.
generale dei Carabinieri.
Ebbe due incarichi
importanti quello di comandante dei ROS e quello di prefetto e di Direttore del
SISDE.
importanti quello di comandante dei ROS e quello di prefetto e di Direttore del
SISDE.
Mori è stato uno dei
fondatori del ROS, nel 1992 diventa vice comandante e nel 1998 comandante.
fondatori del ROS, nel 1992 diventa vice comandante e nel 1998 comandante.
Tra quello che è definito i
suoi “successi”, fu la “cattura” di Riina nel 1993. Ora Mori e
De Caprio (meglio noto come capitano Ultimo che era a capo di una squadra di
carabinieri che aveva come compito la caccia ai latitanti) saranno processati
per favoreggiamento nei confronti di Cosa Nostra, per avere omesso alla Procura
di Palermo (procuratore era all’epoca Caselli) che il servizio di osservazione
era sospeso. Il dibattimento terminò con un’assoluzione.
suoi “successi”, fu la “cattura” di Riina nel 1993. Ora Mori e
De Caprio (meglio noto come capitano Ultimo che era a capo di una squadra di
carabinieri che aveva come compito la caccia ai latitanti) saranno processati
per favoreggiamento nei confronti di Cosa Nostra, per avere omesso alla Procura
di Palermo (procuratore era all’epoca Caselli) che il servizio di osservazione
era sospeso. Il dibattimento terminò con un’assoluzione.
Dal 2001 al 2006 Mori fu
prefetto e Direttore del SISDE. Contribuisce in maniera determinante all’Operazione
Tramonto, che si svolse l’anno dopo la sua uscita dal SISDE, in altre parole
all’arresto dei militanti per la costruzione del P.C.P.M. avvenuta il 12
febbraio 2007. Ebbe un ruolo nell’arresto di Rita Algranati ex militante BR che
si era rifugiata in Algeria.
prefetto e Direttore del SISDE. Contribuisce in maniera determinante all’Operazione
Tramonto, che si svolse l’anno dopo la sua uscita dal SISDE, in altre parole
all’arresto dei militanti per la costruzione del P.C.P.M. avvenuta il 12
febbraio 2007. Ebbe un ruolo nell’arresto di Rita Algranati ex militante BR che
si era rifugiata in Algeria.
La faccenda più inquietante
e misteriosa di quando era a capo del SISDE fu la creazione del Raggruppamento
Operativo Centrale (ROC), sorto nella primavera del 2002. Questo reparto
risponde direttamente al Direttore ed è formato da personale da lui stesso
selezionato e strutturato in tre sezioni: uno per il contrasto al terrorismo
internazionale, uno per quello interno e il terzo contro le mafie. Attraverso
il ROC Mori ha plasmato il SISDE a sua immagine e somiglianza.
e misteriosa di quando era a capo del SISDE fu la creazione del Raggruppamento
Operativo Centrale (ROC), sorto nella primavera del 2002. Questo reparto
risponde direttamente al Direttore ed è formato da personale da lui stesso
selezionato e strutturato in tre sezioni: uno per il contrasto al terrorismo
internazionale, uno per quello interno e il terzo contro le mafie. Attraverso
il ROC Mori ha plasmato il SISDE a sua immagine e somiglianza.
Il ROC non ha solo una
funzione di analisi ma interviene con funzioni di polizia giudiziaria avendo
come referente il servizio segreto civile (il che è al di fuori e contro la
legge che prevede di avere le strutture abbino come riferimento un’arma come i
Carabinieri dei ROS). Inoltre il ROC ha un legame molto forte se non una vera e
propria dipendenza dal ROS dei Carabinieri (il ROC dipende dal ROC sembra un
gioco di parole). Insomma un super servizio sganciato da tutto e con poteri enormi.
funzione di analisi ma interviene con funzioni di polizia giudiziaria avendo
come referente il servizio segreto civile (il che è al di fuori e contro la
legge che prevede di avere le strutture abbino come riferimento un’arma come i
Carabinieri dei ROS). Inoltre il ROC ha un legame molto forte se non una vera e
propria dipendenza dal ROS dei Carabinieri (il ROC dipende dal ROC sembra un
gioco di parole). Insomma un super servizio sganciato da tutto e con poteri enormi.
Quando il successore di
Mori Gabrieli decide di smantellare due centrali di ascolto clandestino del
servizio, scopre che queste centrali erano gestite dal ROC. Tutte e due erano a
Roma. Le centrali clandestine, molto probabilmente servivano a prendere
informazioni su una persona, su un’azienda, su un’organizzazione. E’ venuto
fuori che al ROC facevano riferimento molte “fonti esterne” che erano
regolarmente retribuite. E venuto fuori un panorama squallido su come sono
spesi i soldi dei contribuenti: giornalisti pagati per raccogliere notizie,
finanziamento di scuole di giornalismo, centri di ascolto clandestini
sbaraccati in tutta fretta. Il ROC ha una sua unità ancora più clandestina l’A2
che porta guarda caso alla Telecom.
Mori Gabrieli decide di smantellare due centrali di ascolto clandestino del
servizio, scopre che queste centrali erano gestite dal ROC. Tutte e due erano a
Roma. Le centrali clandestine, molto probabilmente servivano a prendere
informazioni su una persona, su un’azienda, su un’organizzazione. E’ venuto
fuori che al ROC facevano riferimento molte “fonti esterne” che erano
regolarmente retribuite. E venuto fuori un panorama squallido su come sono
spesi i soldi dei contribuenti: giornalisti pagati per raccogliere notizie,
finanziamento di scuole di giornalismo, centri di ascolto clandestini
sbaraccati in tutta fretta. Il ROC ha una sua unità ancora più clandestina l’A2
che porta guarda caso alla Telecom.
Dopo che è uscito dal SISDE,
Mori svolge dal 2008 attività di consulenza nel settore della sicurezza
pubblica per conto del sindaco di Roma Alemanno.
Mori svolge dal 2008 attività di consulenza nel settore della sicurezza
pubblica per conto del sindaco di Roma Alemanno.
Mori è stato ancora
processato sempre dal tribunale di Palermo ancora per favoreggiamento alla
Mafia, a causa della mancata cattura, nel 1995, di Provenzano. Secondo il
testimone dell’accusa, il colonnello dei carabinieri Riccio, Mori e il
colonnello dei carabinieri Obinu gli impedirono di catturare Provenzano in un
casolare, indicato dal mafioso Luigi Ilardo che era un suo confidente. A questa
testimonianza si è aggiunto quella Massimo Ciancimino, il quale riferisce di
contatti, peraltro già ammessi in sede giudiziaria da Mori, con il padre Vito.
Per Ciancimino questi contatti servivano a instaurare una trattativa per
fermare la strategia stragista, secondo Mori per acquisire notizie.
processato sempre dal tribunale di Palermo ancora per favoreggiamento alla
Mafia, a causa della mancata cattura, nel 1995, di Provenzano. Secondo il
testimone dell’accusa, il colonnello dei carabinieri Riccio, Mori e il
colonnello dei carabinieri Obinu gli impedirono di catturare Provenzano in un
casolare, indicato dal mafioso Luigi Ilardo che era un suo confidente. A questa
testimonianza si è aggiunto quella Massimo Ciancimino, il quale riferisce di
contatti, peraltro già ammessi in sede giudiziaria da Mori, con il padre Vito.
Per Ciancimino questi contatti servivano a instaurare una trattativa per
fermare la strategia stragista, secondo Mori per acquisire notizie.
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