mercoledì 20 giugno 2012

Tempeste solari da blackout planetario: sono già accadute, meglio prepararsi alla prossima


Tempeste solari da blackout planetario: sono già accadute, meglio prepararsi alla prossima



Inutile inventarsi la fine del mondo con i deliri per il 2012: bastano i pericoli reali. La NASA segnala che le tempeste geomagnetiche, prodotte dai sussulti periodici del Sole, possono causare danni enormi sulla Terra.

La NASA esordisce in termini spiritosi, chiedendo "Sapevate che un'eruzione solare può far smettere di funzionare il vostro water?", ma poi snocciola una serie di dati, tratti da un rapporto della National Academy of Sciences intitolato Severe Space Weather Events—Understanding Societal and Economic Impacts, che non destano certo ilarità.

Il rischio è tutt'altro che teorico. Eventi di questo genere sono già avvenuti in passato. Nel marzo del 1989, una tempesta geomagnetica causò un blackout che lasciò sei milioni di persone senza corrente elettrica nel Quebec per nove ore. Tempeste di questo genere possono arrivare a fondere gli avvolgimenti di rame dei grandi trasformatori della rete di distribuzione elettrica.

La tempesta del 1989 era un banale ruttino rispetto a quella avvenuta a maggio del 1921, che produsse correnti al suolo dieci volte più potenti. Secondo il rapporto dell'Accademia Nazionale delle Scienze statunitense, il problema è che le reti elettriche odierne sono estremamente interconnesse e interdipendenti, molto più che in passato, per cui una tempesta come quella del 1921 avrebbe un effetto a cascata: solo negli Stati Uniti, verrebbero danneggiati permanentemente circa 350 trasformatori, lasciando senza energia, e con poche soluzioni di riattivarla a breve, circa 130 milioni di persone.

Questo innescherebbe una serie a catena di danni: niente corrente significa deperimento degli alimenti e dei medicinali, niente aria condizionata anche per gli impianti, niente servizio telefonico, niente GPS e quindi niente navigatori. Niente corrente significa anche niente energia per le pompe idrauliche, per cui niente sciacquone.

Ma Madre Natura sa fare anche di meglio e ne ha già dato prova. La tempesta geomagnetica più intensa mai registrata è l'Evento di Carrington di agosto-settembre del 1859. Prese il nome dall'astronomo britannico Richard Carrington, che vide a occhio nudo (con opportune protezioni) l'eruzione solare che la scatenò. La tempesta innescò correnti nelle linee dei telegrafi, dando la scossa ai telegrafisti e dando fuoco alla carta dei loro telegrafi; l'aurora boreale fu visibile fino a Cuba. Si stima che l'Evento di Carrington sia stato almeno il 50% più intenso della grande tempesta del 1921.

Un evento del genere, oggi, causerebbe danni stimabili in 2 trilioni di dollari, ossia 20 volte quelli dell'uragano Katrina, e avrebbe ripercussioni a lungo termine, perché un trasformatore da qualche tonnellata fuso dalla tempesta non si cambia in quattro e quattr'otto.

La prevenzione è comunque possibile: da quando diventa visibile l'eruzione a quando la tempesta raggiunge la Terra passano almeno 18 ore, e questo darebbe la soluzione di scollegare preventivamente gli impianti. Ci vuole un monitoraggio continuo, e per nostra fortuna c'è: la NASA stessa ha messo in orbita una serie di satelliti che studiano il Sole e le sue eruzioni, e il personale dello Space Weather Prediction Center del NOAA è sempre sul chi vive. Perché queste tempeste possono capitare in qualunque momento.

martedì 19 giugno 2012

ECHELON

Echelon link Verso la fine degli anni ottanta, prendendo una decisione che poi probabilmente avranno rimpianto, gli Stati Uniti coinvolsero anche la Nuova Zelanda in un nuovo e segretissimo sistema di spionaggio globale. L’inchiesta di Hager e le sue scoperte sui “dizionari” di ECHELON hanno portato alla luce uno dei maggiori e più segreti progetti dei servizi di Intelligence. Il sistema permette alle varie agenzie di controllare la maggior parte delle comunicazioni via e-mail, telefono, fax e telex in tutto il mondo.

giovedì 7 giugno 2012

Costano 300 milioni l'uno "Leggono" fino a 40 centimetri e sono ingrato di analizzare le frequenze del nostro cervello e tanto altro ancora


Costano 300 milioni l'uno
"Leggono" fino a 40 centimetri e sono ingrato di analizzare le frequenze del nostro cervello e tanto altro ancora   

Tutti i dati relativi al sistema SkyMed. I primi quattro satelliti sono costati allo Stato 1,137 miliardi di euro. Sono stati messi in orbita tra il 2007 e il 2010. Altri due entreranno in orbita nel 2015

COSMO SKYMED
4 satelliti con compiti militari e civili. Il primo è stato lanciato in orbita il 7 giugno 2007, l'ultimo il 6 novembre 2010. Altri due satelliti sono stati finanziati: dovrebbero essere immessi in orbita entro il 2015

COSTO
1,137 miliardi di euro per i primi 4 satelliti e tutti i sistemi connessi (775 per i primi 3 satelliti, 116 per il quarto, il resto per i centri terrestri). Altri 550 per i due nuovi satelliti: 190 milioni a carico della Difesa, il resto di Ministero dell'Istruzione e ministero delle Attività produttive.

COSTRUTTORE
THALES Alenia Space (67% Thales- 33%Finmeccanica)

CARATTERISTICHE
I satelliti hanno un radar ad apertura sintetica Sar-2000 in banda X che vede anche di notte e attraverso le nuvole. La rete di satelliti può scattare fino a 1800 immagini al giorno

IMMAGINI
Immagini radar, anche tridimensionali, che quindi possono essere riprese di notte e con brutto tempo. La definizione militare arriva fino a 40-50 cm su un'area di 11 chilometri quadrati; quella civile non è mai sotto il metro. Con risoluzione di 15 metri si può coprire un'area di 40 km di larghezza e 4500 di lunghezza

GESTIONE
Asi per la parte civile, Stato maggiore Difesa per quella militare. Scambio di informazioni militari con la Francia. Accordi di scambio informazioni civili con Argentina e Giappone. Trattative in corso con l'Australia

AUTONOMIA
Previsti cinque anni di servizio dal momento dell'entrata in orbita, si ritiene che la vita operativa possa essere prolungata di altri due anni