domenica 30 marzo 2014

CLONATO IL PRIMO DINOSAURO

CLONATO IL PRIMO DINOSAURO 

SCIENZIATI BRITANNICI HANNO CLONATO UN DINOSAURO 






Gli scienziati della John Moore University di Liverpool hanno clonato con successo un dinosauro, un portavoce dell’università lo ha detto ieri. Il dinosauro, un bambino Apatosaurus soprannominato “Spot”, è attualmente in fase incubata al College dell’Università di Medicina Veterinaria. Gli scienziati hanno estratto il DNA da fossili Apatosaurus conservati, che erano in mostra al museo dell’università di scienze naturali. Una volta che il DNA è stato raccolto, gli scienziati hanno iniettato in un grembo di struzzo fertile. “Gli Struzzi condividono un sacco di tratti genetici con i dinosauri”, ha detto il dottor Gerrard Jones, un professore di biologia presso LJMU e scienziato leader del progetto. “La  microstruttura dei gusci sono quasi identiche a quelle dell’ Apatosaurus. Ecco perché la clonazione ha funzionato perfettamente “. Quelli nella comunità scientifica dicono che la clonazione dei dinosauri – il primo nel suo genere – è una pietra miliare per l’ingegneria genetica. “Ho pensato che una cosa del genere sarebbe potuta accadere solo nei film”, ha affermato Gemma Sheridan, un professore di chimica LJMU. «Ma lo stiamo facendo accadere proprio qui nel nostro laboratorio. E ‘stupefacente. ” La clonazione ha attirato l’attenzione di una vasta gamma di attivisti per i diritti degli animali e dei gruppi religiosi. Essi sostengono che la clonazione animale è immorale . PETA il presidente della Craig Farmer ha criticato gli scienziati per eseguire minacce potenzialmente pericolose per la vita di una nuova specie. “Questi scienziati hanno messo in vita un animale dal Giurassico – solo per guardarlo soffrire”, ha detto. Ma il dottor Sheridan non sembra essere disturbato dai cavilli degli attivisti. Lui dice che le opportunità offerte dalla clonazione dei dinosauri sono infinite. Entro dieci anni, potremmo ripopolare il mondo con i dinosauri, “ha detto. Al momento della stampa, il dinosauro è in condizioni stabili. Gli scienziati hanno in programma di eseguire più test su di lui oggi.

venerdì 28 marzo 2014

HAARP - la nuova super tecnologia satellitare per il cambiamento del clima

La scienza medica odierna ignora, anzi rifiuta categoricamente, anche solo l’eventuale possibilità di una regolazione del metabolismo cellulare e dei vari sistemi organici tramite l’uso di impulsi elettromagnetici. Per sottolineare Per capire quanto sia fallace questa inutile confutazione, basta osservare quanto sia rapida la propagazione di radiazioni elettromagnetiche (EM)  ultimamente generate da dispositivi elettronici diventati essenziali (sarà un caso?) come ricevitori wifi, smartphone o qualsiasi oggetto in grado di creare un campo magnetico. O andando a livello più organico basta osservare le risposte neuro-ormonali mediate dall’ipofisi e dall’ipotalamo a seguito di uno stimolo di paura.
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Ma ora, dopo questa breve introduzione necessaria parliamo dell’argomento principale:HAARP.
Nel corso dei secoli, i mutamenti climatici hanno rappresentato uno dei più potenti catalizzatori dei pensieri dell’uomo, influenzandone le credenze e le azioni, gli umori e le decisioni, sempre in un modo apparentemente casuale, ma in realtà guidati dalla ferrea logica della natura (infatti basta pensare al meteopatismo, ai cambi di umore a seconda di pioggia, sole ecc)
Attualmente la “comunità scientifica” sembra interessarsi esclusivamente alle problematiche inerenti l’Agw (Anthropogenic Global Warming) e le emissioni nell’ambiente di CO2, ignorando la possibilità che i mutamenti climatici derivino da apposite azioni messe in atto per fini militari.
Infatti è noto che dal 1992, è in vigore (anche se è stato “ufficialmente” chiuso per il clamore e i dubbi scatenati da vari gruppi di persona per la sua vera natura, che in segreto continui a esser attivo) un progetto del Dipartimento della Difesa Statunitense (DoD), coordinato dalla Marina e dall’Aviazione, denominato H.A.A.R.P. (High-Frequency Active Auroral Research Program). Tale progetto costituirebbe il centro nevralgico del più vasto e ben più noto programma di guerra ambientale e di geoingegneria avanzata avviato sotto l’Amministrazione Reagan e portato avanti dall’Amministrazione Bush
Non è un segreto che da anni vengano usati i “riscaldatori a particelle flessibili della ionosfera” ma HAARP, date le dimensioni e le presunte potenzialità, ha destato da subito molto interesse anche nei confronti di osservatori esterni alla comunità scientifica.

La storia di HAARP

Nel libro “Angels don’t play this Haarp”, viene riportato che HAARP nacque da una serie di brevetti emessi da Bernard Eastlund, scienziato di “APTI, ARCO Società internazionale (Inc.)”, che si occupava di Tecnologie destinate all’Energia.Tale struttura ha sede a Gakona, in Alaska, ed è costituita fondamentalmente da 180 piloni di alluminio alti 22 metri. Su ogni pilone sono state installate doppie antenne a dipoli incrociati, una coppia per la banda bassa, l’altra per la banda alta, in grado di trasmettere onde ad alta frequenza fino ad una distanza di 350 km grazie alla loro potenza.Negli anni Ottanta, Bernard J. Eastlund, fisico texano del MIT di Boston, ispirandosi alle scoperte di Nikola Tesla, registrò negli Stati Uniti il brevetto n° 4.686.605 denominato “Metodo ed attrezzatura per modificare una regione dell’atmosfera, magnetosfera e ionosfera terrestre”, a cui ne fece seguire altri undici. In uno di questi era descritta la proprietà riflessiva della ionosfera per utilizzi come “sistemi di raggi energetici”, “esplosioni nucleari graduali senza radiazioni”, “sistemi di rilevamento e distruzione di missili nucleari” e “sistemi radar spaziali”.
Alcune sue invenzioni furono acquisite dall’”Atlantic Richfield Company” (ARCO), una delle compagnie petrolifere più grandi del mondo, consociata con la “Advanced Power Technologies Incorporated” (APTI), proprietaria di ampie riserve di gas naturale in Alaska, le quali potevano, in questo modo, essere riconvertite in energia elettrica redistribuibile tramite la ionosfera ai propri clienti in tutto il mondo. Inoltre, queste invenzioni, rendevano possibile manipolare il clima, quindi creare pioggia quando necessario per favorire l’agricoltura o neutralizzare fenomeni distruttivi quali tornado ed uragani.
Gli autori di”Angels don’t play this Haarp”, affermano che il coinvolgimento di ARCO fu limitato alla fase iniziale, quella che riguardava il cercare un utilizzo per 20 trilioni di metri cubi di riserve di gas naturali collocate sulle pendici Nord dell’Alaska. Trasportare tale gas fino agli Stati Uniti era finanziariamente improponibile, perché, quindi, non utilizzare tale quantità di risorse per sviluppare un altro tipo di progetto? E da qui iniziarono le basi per le successive invenzioni ed i successivi brevetti acquisiti da Eastlund. Le prime ricerche di Eastlund furono sponsorizzate dalla DARPA sotto protezione e sotto il nome di “Scudo Elettrico Anti-Missile delle pendici del Nord Alaska”, zona strategica al confine con la Russia.
A questo punto entrò in scena il governo, e la storia si fece più complicata. Tutti i brevetti di Eastlund vennero dapprima sigillati sotto un ordine di massima segretezza, per poi passare alla “E-Systems”, una delle maggiori fornitrici di tecnologie avanzate ai servizi segreti di molte potenze mondiali, assorbita poi dalla “Raytheon”, una delle quattro maggiori fornitrici della difesa Usa, produttrice dei missili Tomahawk, Stinger e Bunker Buster.
Le connessioni con il potere sono riassumibili nella figura di Richard Armitage, Vicesegretario di Stato e Viceministro degli Esteri nell’Amministrazione Bush. Armitage, già consulente, membro del consiglio d’amministrazione, firmatario e convinto sostenitore del “Project for the New American Century” (PNAC), risulta anche implicato in molte operazioni segrete della CIA dal Vietnam ad oggi.

Come funziona HAARP?

Secondo le scoperte di Eastlund, servirebbe a colpire verso uno specifico punto della ionosfera con un fascio di protoni causando un riscaldamento fino al punto di innalzare la temperatura fisicamente, in modo da creare un rigonfiamento altamente riflettente, definito da lui “effetto lente”, in grado di convogliare i raggi sulla terra con effetti devastanti; la potenza di tali onde sarebbe tale da provocare modificazioni molecolari dell’atmosfera, causando, a seconda delle diverse frequenze, cambiamenti climatici, la possibile disgregazione di processi mentali umani e forse anche, appunto, effetti sui movimenti tettonici di magnitudine imprecisata.

Secondo alcuni scienziati, gli effetti dell’uso sconsiderato di questi livelli di energia nella ionosfera, il nostro schermo naturale, potrebbero essere devastanti. Iniettando un’ingente quantità di particelle nella ionosfera, è possibile alterare in maniera irrimediabile l’equilibrio protettivo della Terra, causando una caotica instabilità che potrebbe dare inizio ad una catena di effetti collaterali come ad esempio la distruzione totale dello strato di ozono.

Lo scopo “ufficiale”

Scopo ufficiale di queste installazioni è studiare la ionosfera per migliorare le telecomunicazioni. Come si sa, questo strato è composto da materia rarefatta allo stato di plasma, cioè di particelle cariche, gli ioni, e ha la proprietà di riflettere verso terra le onde hertziane, in particolare nelle ore notturne. E’ per questo, ad esempio, che di notte ci è possibile ascoltare alla radio le stazioni AM di molti Paesi stranieri, dato che la riflessione ionosferica permette ai segnali di scavalcare la curvatura terrestre. Secondo lo stesso principio è plausibile che le irradiazioni delle antenne HAARP possano rimbalzare fino a colpire gli strati bassi dell’atmosfera sopra un Paese distante migliaia di chilometri, interferendo, quindi, con i fenomeni meteorologici. Certamente si tratta di mere ipotesi, comunque un uso militare dell’HAARP è ammesso dalla Federazione Scienziati Americani; un uso, tuttavia, non distruttivo, ma solo di ricognizione. Modulando i segnali in frequenze bassissime, cioè onde ELF o VLF, si potrebbe “vedere ciò che succede nel sottosuolo, individuando bunker, silos di missili e altre installazioni sotterranee di Stati avversi.”. Al di là di ciò, la “guerra ecologica” appare terribilmente possibile da oltre vent’anni [8]. E se, alla luce di tutto ciò, cominciassimo a prendere in considerazione l’ipotesi che teorie molto accreditate tra la comunità scientifica come il “Global Warming” e l’”Effetto Serra” non fossero altro che enormi bugie propinateci per far ottenere ingenti sussidi economici alle associazioni che studiano tali fenomeni? E se, invece, la verità fosse ancora più inquietante? Se lo scopo di tali falsità fosse quello di nasconderci inquietanti tecnologie utilizzate contro di noi?
Nel 2006, molti “Teorici del Complotto” sparsi in tutte le zone del Pianeta, vanno in subbuglio per la pubblicazione del rapporto sul riscaldamento climatico di Sir Nicholas Stern, già capo economista alla Banca Mondiale. Il rapporto Stern prevede le solite catastrofi da effetto serra: i ghiacci polari che si sciolgono, New York e Londra che finiscono sott’acqua per il sollevamento dei mari, desertificazioni che provocano crollo dei raccolti, migrazioni di centinaia di milioni di affamati, guerre per accaparrarsi acqua e cibo sempre più scarsi.
Le sole cose nuove nel rapporto sono due: l’urgenza (“l’apocalisse comincerà”, dice, “entro un decennio”) e il calcolo dell’impatto dei cataclismi sull’economia mondiale; se non si agisce subito, spendendo l’1% del prodotto lordo globale, per ridurre le emissioni industriali, i cataclismi ci costeranno il 20% del Pil del mondo, insomma una crisi economica da far impallidire quella del 1929.
Ma noi gente arguta, su Internet, si chiede: perché questo rapporto esce proprio adesso? E perché viene amplificato con strepitosa grancassa dai media? E perché a proporre il programma di riduzione dei gas nell’intero pianeta, che richiederebbe un grandioso sforzo coordinato di tutti i Paesi, è Tony Blair, un politico al lumicino e in calo di popolarità? Forse il Primo Ministro inglese ha trovato un modo di distrarre l’opinione pubblica dai disastri bellici in Iraq e Afghanistan, sviando il dibattito politico verso un altro allarme? E se si trattasse, invece, di un piano per far arretrare i livelli di vita dell’intera umanità, programmato a tavolino dai “poteri forti” finanziari mondiali? E se, ancora peggio, l’allarmistico rapporto servisse ad addebitare il riscaldamento del pianeta alle emissioni delle industrie, per nascondere la vera causa, gli esperimenti militari di modificazione del clima [9]?