giovedì 2 gennaio 2014

ORA È UFFICIALE: I MARÒ VENDUTI ALL’INDIA PER 12 ELICOTTERI oppure un complotto segreto

ORA È UFFICIALE: I MARÒ VENDUTI ALL’INDIA PER 12 ELICOTTERI oppure un complotto segreto 

Il ministero della Difesa indiano ha infatti annunciato di aver accettato la richiesta di AgustaWestland, controllata di Finmeccanica, per un arbitrato riguardante la cancellazione della fornitura di 12 elicotteri. Lo rende noto un comunicato ufficiale pubblicato a New Delhi. L’arbitrato internazionale può riaprire l’intero dossier. “Il governo dell’India – si legge nel testo integrale del comunicato – ha cancellato con effetto immediato l’accordo firmato con AgustaWestland International (Awil) l’8 febbraio 2010 per la fornitura di 12 elicotteri VVIP/VIP con la motivazione della trasgressione del Patto precontrattuale di integrità (Pcip) e dell’Accordo stesso con Awil”. “Suffragato dall’opinione ricevuta in precedenza dalla Procura generale dell’India – prosegue il testo – il governo ha espresso l’opinione che le questioni legate all’integrità delle parti non siano soggette ad arbitrato”. “Comunque – si dice infine – Awil ha a suo tempo spinto per un arbitrato e designato un arbitro per la sua parte. Il ministero della Difesa ha nuovamente consultato il Procuratore generale. Nella prospettiva di salvaguardare gli interessi del governo, il ministero della Difesa ha nominato l’ex giudice della Corte Suprema B.P. Jeevan Reddy come arbitro per la sua parte”. AgustaWestland aveva in effetti annunciato il 20 novembre scorso di aver nominato come suo arbitro l’ex giudice della Corte Suprema ed ex presidente dell’Alta Corte del Kerala, B.N. Srikrishna. “Si tratta – aveva precisato in un comunicato – di un giurista molto conosciuto di esperienza e reputazione impeccabili”.
Ricorderete che l’affare saltò perché i politici indiani si fecero corrompere per acquistare i migliori elicotteri di quel tipo in circolazione. Il tutto venne fuori grazie alla nostra improvvida magistratura, che invece di occuparsi di indagare sulla corruzione interna, si occupa di indagare sulle nostre imprese che, per garantirsi mercati, corrompono all’estero. Cosa semmai degna di applausi. E comunque non inerente l’Italia, perché non crea danno all’Italia, semmai un problema dei magistrati indiani.
Ovviamente, dopo che la faccenda venne fuori, il governo indiano non poté far altro che far saltare l’affare. Che ora si riapre. Sappiamo perché.
Alcuni media lanciano la notizia della ‘cancellazione’ della commessa. In realtà, la cancellazione era cosa ovvia e nota da tempo, alla quale mancava solo una ‘ufficialità da carta bollata’, la novità ‘vera’ è l’arbitrato che riapre la partita. Cosa è stato dato in cambio dell’arbitrato, che siamo certi porterà l’affare a conclusione? Facile.

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