sabato 24 novembre 2012

QUEGLI STRANI SUICIDI

QUEGLI STRANI SUICIDI

Da Renzo Rocca ad Adamo Bove. I tanti casi misteriosi all'ombra dei servizi segreti della nostra storia recente

Le persone che portano alla luce verità scomode non sono minimamente tutelate e corrono pericoli a tutti i livelli, nella completa indifferenza delle istituzioni che anzi le crocifiggono con tali procedure impedendo loro una vita normale. Vorrei citare  alcune strane morti di uomini suicidati, all’ombra dei servizi, spesso nell'imminenza di una deposizione. Ne cito alcuni in quanto la lista è lunga, non menzionerò quelli “scomparsi” sperando un giorno  di ritrovarli vivi.
Il Colonnello Renzo Rocca. Morì il 27 giugno del 1968, nel suo ufficio a Roma, ufficialmente si è sparato. Nel suo ufficio si precipitarono, prima ancora della polizia, ufficiali del SID e della Divisione Affari Generali e Riservati del Ministero dell'Interno. Il Magistrato incaricato di indagare, Pesce, non credeva al suicidio e venne rimosso dall'incarico.
Il Maresciallo Vincenzo Li Causi. Comandava il Centro Scorpione di Trapani. Era in contatto con il Gladiatore Nino Arconte, fu ucciso da un proiettile vagante durante la missione IBIS in Somalia.
Il Colonnello Mario Ferraro. Ufficiale del SISMI, fu trovato impiccato in casa a Roma. Era un uomo molto alto, si impiccò al portasciugamani del bagno...in ginocchio. Era il 16 luglio del 1995. Anche sul luogo della sua morte, prima della polizia, si precipitano ufficiali dei servizi. La sua compagna e i magistrati non credono al suicidio. I magistrati rubricano l'ipotesi di istigazione al suicidio, contro ignoti,  in quella di omicidio. L'inchiesta si chiude come suicidio.

Il Generale Enrico Mino, comandante generale dell'Arma dei Carabinieri. Muore il 31 ottobre del 1977, l'elicottero su cui viaggiava esplode in volo.
Il Generale Antonino Anzà. Generale di corpo d'armata, in servizio al SID, viene  trovato morto nella sua abitazione, per un colpo al cuore esploso dalla sua pistola. Ufficialmente: suicidio.
Il Generale Giogio Manes, Vice-comandante dell'Arma, beve un caffè in ufficio, e muore dieci minuti dopo. Infarto?
Il Generale Carlo Ciglieri. Aveva ricevuto un rapporto dal Generale Manes sulla fuga di notizie in merito al Piano Solo.  Esce di strada con la sua macchina, il 27 aprile 1969.

Di seguito  una lista di personaggi passati a “miglior vita” che erano tutti  coinvolti nel Ustica.
Maresciallo Zummarelli, travolto da una Honda 600 nel periodo in cui era impegnato nelle indagini sul Mig libico. Poco tempo prima aveva confidato ad un amico giornalista, Gaetano Sconzo, di temere per la propria vita
- Maresciallo Antonio Muzio, ucciso con tre colpi di pistola nell'addome mentre si trovava nella sua casa di Pizzo Calabro, il quale aveva lavorato all'aeroporto di Lamezia Terme: uno scalo direttamente coinvolto nella vicenda del Mig libico, del suo recupero sulla Sila e della sua restituzione a Gheddafi (dal settimanale Europeo n. 9 del 28 febbraio 1992)
- Colonnello Sandro Marcucci, precipitato col suo Piper il 2 febbraio 1992 sulle Alpi Apuane. L' Europeo riporta: L'aereo brucia, va in fumo, c'è chi giura di aver visto l'aereo perdere stranamente quota e all'improvviso. Poi, mistero nel mistero, nella bara viene ritrovato un pezzo del motore: è tutto fuso, tranne un tubicino di gomma. Il fuoco ha sciolto il metallo ma non la gomma. Ma chi l'ha nascosto nelle sue spoglie? Il quotidiano Il Tirreno parla di un'intervista in cui, appena cinque giorni prima della sua morte, il colonnello Marcucci aveva duramente attaccato, accusandolo di corruzione, il generale dell'Aeronautica Zeno Tascio, comandante dell'aeroporto di Pisa dal 1976 al 1979, responsabile dei servizi segreti dell'Aeronautica all'epoca del disastro di Ustica, e oggi inquisito nell'inchiesta del DC9.  Le caratteristiche delle bruciature, riscontrate sui reperti del piccolo velivolo e sulla persona del colonnello Marcucci, hanno alimentato il sospetto di sabotaggio. La magistratura sta ancora indagando sulla possibilità che il Piper sia precipitato per lo scoppio di un ordigno al fosforo collocato sotto il pannello dei comandi
Ivo Nutarelli e Mario Naldini morti insieme a Giorgio Alessio, capitani della pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori nella tragedia di Ramstein (Germania). In quella circostanza si sono contati fra i civili ben 51 morti e 400 feriti. L'ipotesi della collisione in volo sembra poco fondata: da un filmato risulta la presenza sospetta, su una terrazza, di due persone non identificate che, rimanendo appartate, maneggiano un telecomando; l'incidente pare sia avvenuto proprio sulla loro perpendicolare, in corrispondenza della loro posizione. Il fatto che i capitani Nutarelli e Naldini dovessero comparire davanti al giudice pochi giorni dopo perché erano in possesso di qualche importante informazione circa il disastro di Ustica - i giudici volevano infatti chiedere loro il motivo per cui, la notte del disastro, si erano levati in volo ed erano stati costretti a rientrare. Nella tragedia di Ramstein  lo scoppio e la fiammata si sono  verificati dopo che le due pattuglie si erano incrociate, escludendo l'ipotesi della collisione e sorge il sospetto che l'incidente sia stato in realtà un attentato per ridurli al silenzio.
- Capitano Maurizio Gari, controllore di volo nel centro radar di Poggio Ballone, stroncato all'età di 32 anni da un misterioso e non verificato infarto.
- Maresciallo Alberto Dettori, dello stesso centro radar, trovato appeso ad un albero.
- Maresciallo Antonio Pagliara morto in un incidente stradale
- Colonnello Giorgio Teoldi, comandante dell'Aeroporto Militare di Grosseto morto in un  incidente stradale.
Giorgio Furetti, Sindaco di Grosseto, poco tempo dopo aver manifestato l'intenzione di volere raccontare ai giudici una circostanza appresa indirettamente muore anche lui. Investito da un motorino.
- Generale Licio Giorgieri , morto in un attentato terroristico, comandante del Registro Aeronautico Italiano
Michele Landi, il 4 aprile 2002 - consulente informatico per l'omicidio D'Antona e delle procure di Roma e Palermo, confessa agli amici di essere a conoscenza di novità su Ustica: suicidio per impiccagione.
L'ultimo, poco più di un anno fa: Adamo Bove, ex poliziotto e responsabile della security governance di Telecom Italia, saltato giù da un viadotto della Tangenziale di Napoli il 21 luglio 2006 .

La lista delle morti sospette è molto lunga. Forse troppo lunga per sostenere la tesi delle coincidenze, non ho mai creduto alle coincidenze, ho sempre sostenuto quello che diceva George Orwell: “Chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato”.

1 commento:

fiordiluna ha detto...

i personaggi scomodi avrebbero potuto salvaguardare il genere umano da tutto questo...il problema è che ci sono troppe talpeall'interno della Matrix del Sistema in cui viviamo...vogliono annientarci schiavizzandoci e se non reagiamo glielo permetteremo.SVEGLIAMOCI!